La playlist dell’aereo.
Un po’ dream pop – con ovvi momenti di pesantezza.
Per viaggi di un paio d’ore.
Se avete meno tempo, tagliate The dark side of the moon ascoltando solo Eclipse e Brain Damage.
Per una variante meno classica, optate per la versione dei Flaming Lips con Henry Rollins.
Ricetta #borchiebriciole.
1. The abandoned hospital ship – The Flaming Lips // Che mi sembra il minimo, iniziare con Clouds taste metallic.
2. Lazarus – David Bowie // Sù – facciamoci del male.
3. Decades – Joy Division // La canzone definitiva dei Joy Division. Imponente e solenne q.b.
4. The dark side of the moon [full album] – Pink Floyd // Spazio psichedelico tra le nuvole. E The great gig in the sky.
5. Suprema – Moltheni // Il mio classico. La ascolto più volte ad ogni viaggio aereo. Voi l’avete mai provata, da lassù? Abbraccia l’infinito. E nascerà un nuovo mondo gentile e imperfetto. Puoi toccarlo, quasi.
6. Lincoln’s eyes – The Mercury Rev // Per la calma e l’elettricità posteriore.
7. Just like honey – The Jesus and Mary Chain // Per l’immagine statica e disturbata della dolcezza. I’ll be your plastic toy.
8. Il futuro – Baustelle // Per tutte le nostalgie della partenza. Il passato adesso è piccolo. Solenne.
9. A spoonful weights a ton – The Flaming Lips // Per i sogni di Wayne Coyne e lo scoppio della parte elettrica della canzone. E la calma. E lo scoppio. They lifted up the sun.
10. Plainsong – The Cure // Il finale. Ripetitivo leitmotiv. Quasi una colonna sonora. Freddo, stasi e un piccolo sorriso. “And it’s so cold it’s like the cold if you were dead” and then you smiled for a second.